Purtroppo per la Errani non ha funzionato la strategia del ”prima o poi sbagli” che tanto bene aveva portato contro la Kerber e l’amica e compagna di doppio Vinci. Serena Williams, in un match durato poco più di un’ora, ha ripristinato l’aurea regola del tennis che impone ai giocatori di piazzare almeno qualche vincente se si vuole vincere una partita.
La beniamina newyorkese, che non potendo vantare un partner trofeo come i suoi colleghi maschi ha adornato il suo box di vip più o meno noti al pubblico italiano (abbiamo riconosciuto solo Eva Longoria), ha chiuso la pratica Errani con un impietoso 6-1 6-2.
Ben poco da commentare, l’approccio alla partita, da parte della nostra connazionale, è stato il medesimo adottato contro la Kerber: urla da kung fu (spropositate rispetto alla reale potenza dei colpi, cioè nulla), palle alte, arrotate e più lente che in un palleggio da Torneo NC. Solo che la tedesca ha avuto un collasso nervoso, la Vinci si è intenerita, la Williams si è solo incazzata più di quanto sia già normalmente incazzata quando scende in campo. E quando la Williams si arrabbia, una partita già proibitiva diventa una partita veramente e seriamente cazzuta.